Il tè è la bevanda più diffusa nel mondo, segue la birra.
Il suo consumo inizia e si sviluppa in Oriente come bevanda che ispira la meditazione e la preghiera, mantenendo la mente vigile. In Occidente il tè viene vissuto come bevanda di compagnia e intrattenimento mondano.
Non si sa per certo dove fu scoperto, probabilmente sugli altipiani della Cina o del Tibet e nell’Assam in India. Si narra che l’imperatore Shen-Nung nel 2737 A.C, durante le lunghe trasferte di caccia, fosse solito farsi preparare dai suoi servitori dell’acqua di fonte bollita per ristorarsi. Mentre l’acqua era sul fuoco si staccarono alcune foglie dalla pianta sotto la quale l‘imperatore stava riposando e caddero nel recipiente.
L’acqua assunse un color dorato e l’infusione una dolce fragranza. Un’altra leggenda narra che il pio Darma, figlio terzogenito di un re indiano, dedito a continue veglie di preghiera fu sopraffatto dal sonno; risvegliatosi, in un moto d’ira, si strappò le ciglia e le gettò via. Il giorno seguente dalle ciglia, che avevano messo radici, erano spuntate alcune piante di tè. Darma le assaggiò e si accorse che avevano un potere stimolante tale da prolungare la veglia (…una versione della leggenda parla addirittura di una veglia di sette anni continui, ma forse è un po’ troppo!). Sta di fatto che il tè inizialmente era riservato solo alla classe privilegiata dei potenti in Cina, vietata ai sudditi e ai soldati. La raccolta del tè veniva eseguita esclusivamente da giovani fanciulle, alle quali era proibito mangiare aglio e altri alimenti che provocassero un alito pesante durante il turno di lavoro, prima di iniziare la raccolta dovevano lavarsi le mani per sette volte. Una testimonianza scritta si ritrova nella letteratura cinese, 300 D.C., ad opera di Kno P’O, che descrive le diverse mansioni dei servitori: dall’acquisto, alla preparazione, al servizio del tè.
Nel 780 D.C. i mercanti di tè cinesi incaricano il letterato Lu Yu di scrivere un intero libro dedicato al tè; nasce così il Cha Ching ovvero la Sacra Scrittura del Tè. Nel libro sono descritte, in forma poetica, le varie fasi che portano l’acqua all’ebollizione ( primo bollore: bollicine di aria simili a occhi di pesci, secondo bollore: bolle simili a un filo di perle, terzo bollore: onde burrascose). Al primo bollore si aggiunge un cucchiaio di sale, al secondo bollore il tè, al terzo bollore un mestolo di acqua fredda.
Nell’810 un santone buddista riuscì a portare i semi della pianta in Giappone, nascondendoli nella sua ampia veste, e in pochi anni il tè, anche in questo Paese, si afferma come la bevanda nazionale; addirittura la preparazione e il consumo del tè, per i Giapponesi, diventa una vera e propria cerimonia religiosa.
In Europa il tè arriva attorno al 1600 per merito della Compagnia delle Indie Olandesi.
Nel 1658 sul giornale Mercurius Politicus, apparve la prima pubblicità sul tè, ma fu Caterina di Braganza a diffondere la moda a Corte, quando andò sposa a Carlo I° Stuart nel 1662.
Il successo strepitoso ottenuto presso l’aristocrazia si propagò anche alla borghesia.
Nei primi anni, in effetti, chi acquistava il tè non sapeva come utilizzarlo (mangiare le foglie o fare l’infusione?). Alcuni iniziarono ad aggiungere latte, altri 2 tuorli d’uovo alle foglie bollite ed assicuravano di avere molti benefici come lassativo.
Uno dei più accaniti consumatori fu Samuel Johnson, il quale si dichiarò “ incallito e sfacciato bevitore di tè” mentre compilava il suo dizionario della lingua inglese.
Le numerose Coffee House si trasformarono presto in Tea House, una delle prime fu quella di Thomas Twining nel 1706. Nelle Tea House ci si riuniva, si parlava, si criticava il Governo, e come già avvenuto per le Coffee House, si tentò di chiuderle, ma con scarsi risultati.
Lord Forbes propose una legge per limitarne il consumo, furono applicate tasse altissime, alla fine del XVII secolo la tassa sul tè veniva calcolata sulla bevanda e non sulle foglie utilizzate.
Nel 1775 in Inghilterra si consumavano 5 milioni di chilogrammi.
In quel periodo fiorì il contrabbando e il riutilizzo delle foglie usate, che venivano essiccate e rivendute. I servitori dei nobili erano i principali fornitori di questo mercato nero.
Anche nelle colonie americane il tè conquistò un grande successo. Bevanda sana e salutare in contrapposizione ai distillati, non graditi ai coloni puritani. La prima scintilla della rivoluzione americana fu causata proprio da alcune casse di tè, durante un episodio ricordato come il “Boston Tea Party”. I coloni americani, in segno di protesta verso la madre patria per le crescenti tasse sul tè, organizzarono una “resistenza” verso il governo britannico responsabile di una politica aggressiva e vessatoria. Le donne, principali consumatrici del prodotto, dichiararono che non ne avrebbero fatto più uso e furono coerenti a quanto annunciato. Nel 1767 vi fu un attacco ad una nave britannica ancorata al porto di Boston e il carico fu gettato in mare. Da quel momento gli americani smisero di bere il tè e divennero, nel tempo, forti consumatori di caffè.
Seguì un periodo di scambi commerciali di contrabbando tra Inghilterra e Cina, in quel periodo la Cina deteneva il monopolio della produzione del tè ed era contraria a mantenere rapporti con l’Inghilterra, per contro i mercanti inglesi potevano offrire l’oppio raccolto in grandi quantità in India. Anche se le leggi cinesi proibivano l’uso di questa droga, per oltre tre anni fu alimentato questo commercio clandestino. In seguito si cominciò a coltivare il tè in India e questa divenne il principale fornitore per il mercato europeo.Gli americani nei primi anni dell’ottocento realizzarono imbarcazioni veloci destinate al trasporto del tè dai porti cinesi a Boston e New York, i clippers. L’Inghilterra si rese conto che la propria flotta era diventata obsoleta per il traffico commerciale e costruì imbarcazioni simili, ma molto più snelle, che furono definite “levrieri del mare”. Da Hong Kong a Londra impiegavano meno di 100 giorni e i clipper inglesi divennero anche un pretesto di scommesse per gli appassionati di regate e per tutti gli inglesi in generale. L’ Oriental, il Teaping, l’ Ariel, il Thermopylae e il famosissimo Cutty Sark, questi i nomi delle imbarcazioni che hanno acceso gli animi degli scommettitori per le loro traversate. Le imprese dei clippers durarono circa 30 anni sino a quando vennero messi a riposo con l’apertura del canale di Suez perchè sostituiti da navi a vapore.
Anche in Francia il tè aveva trovato consensi autorevoli, tra gli altri il Cardinale Mazarino, ma in Francia la passione del tè sarà presto soppiantata dalla cioccolata.
martedì 22 ottobre 2013
venerdì 18 ottobre 2013
Luna d'autunno
Riuscire sempre a rimanere in tema ogni stagione con i dolci è buona cosa.... Oggi vi darò una ricetta semplice per ottenere dei fantastici dessert da proporre a fine cena in questo periodo autunnale!! Legati da una leggenda orientale i dolci della Luna solitamente vengono consumati durante la festa di Mezzo Autunno per celebrare appunto la fine del raccolto autunnale.....
Per l’Involucro: farina 100g, sciroppo zuccherato 70g, olio di arachidi 30g, acqua alcalina (al bicarbonato) 2g.
Per il Ripieno: purè di castagne e pasta di fagioli zuccherati, 800g.
Preparazione
Versa l’acqua alcalina nello sciroppo zuccherato, mescolare, aggiunge l’olio di arachidi e mescolare di nuovo. Aggiunge la farina e mescolare bene il tutto, stando attenti a non far rapprendere la farina.
Mettere la pasta preparata in una borsa di plastica per almeno un’ora, in cui si può dividere il ripieno.
Mettere una sfoglia di pasta sul palmo della mano sinistra e sistemare in mezzo il ripieno. Avvolgere la pasta intorno al ripieno, e alla fine richiudere.
Dopo la chiusura, controllare se il ripieno fuoriesce da qualche parte. Dare una forma ovale e mettere nello stampo lavato, spalmato di olio e poi asciugato con della carta).
Dopo che il dolce ha preso forma, agitarlo e farlo uscire il dolce, togliendo lo stampo.
Infornare in forno preriscaldato a 200 °. In 5 minuti i dolci prendono forma e quando diventano dorati si estraggono, si fanno raffreddare, e si spalmano di un misto di tuorlo e di bianco d’uovo sbattuto.
I dolci della luna così spalmati vanno rimessi in forno a 170 gradi per altri 15 minuti. Appena cotti, l’involucro si presenta duro e secco, ma si ammorbidiscono in 1-3 giorni.
Per l’Involucro: farina 100g, sciroppo zuccherato 70g, olio di arachidi 30g, acqua alcalina (al bicarbonato) 2g.
Per il Ripieno: purè di castagne e pasta di fagioli zuccherati, 800g.
Preparazione
Versa l’acqua alcalina nello sciroppo zuccherato, mescolare, aggiunge l’olio di arachidi e mescolare di nuovo. Aggiunge la farina e mescolare bene il tutto, stando attenti a non far rapprendere la farina.
Mettere la pasta preparata in una borsa di plastica per almeno un’ora, in cui si può dividere il ripieno.
Mettere una sfoglia di pasta sul palmo della mano sinistra e sistemare in mezzo il ripieno. Avvolgere la pasta intorno al ripieno, e alla fine richiudere.
Dopo la chiusura, controllare se il ripieno fuoriesce da qualche parte. Dare una forma ovale e mettere nello stampo lavato, spalmato di olio e poi asciugato con della carta).
Dopo che il dolce ha preso forma, agitarlo e farlo uscire il dolce, togliendo lo stampo.
Infornare in forno preriscaldato a 200 °. In 5 minuti i dolci prendono forma e quando diventano dorati si estraggono, si fanno raffreddare, e si spalmano di un misto di tuorlo e di bianco d’uovo sbattuto.
I dolci della luna così spalmati vanno rimessi in forno a 170 gradi per altri 15 minuti. Appena cotti, l’involucro si presenta duro e secco, ma si ammorbidiscono in 1-3 giorni.
sabato 12 ottobre 2013
Vetrine che passione!
Innazitutto le chiediamo quando nasce la passione per le vetrine.... "da quando son nata - racconta appunto Giusy - mi è sempre piaciuto realizzare qualsiasi tipo di composizione, che fossero fiori, pacchetti regalo o qualsiasi cosa che arredasse visivamente degli spazi commerciali, decisi quindi di intraprendere anche degli studi mirati che mi portarono al raggiungimento del diploma da vetrinista".
Le chiediamo poi quale sia il periodo che più la aggrada nel rifare le proprie vetrine .... " io sono abituata ogni mese a cambiare, questo perchè l'idea del rinnovamento e della bella presenza rende sempre più magnetizzante dal punto di vista commerciale il proprio ambiente appunto, non nascondo il fatto che durante i periodi di festa e o ricorrenze particolari essendoci più materiale da utilizzare, riesco sicuramente a dare il meglio di me!"
.... Mi sembra di ricordare anche a qualche concorso vinto o mi sbaglio!? "sì, è vero , l'anno scorso sono stata premiata con il 1° premio di miglior vetrina di Bagnolo Mella al concorse indetto proprio dal Comune..."
Benissimo abbiamo conosciuto qualche notizia in più della nostra padrona di casa... Effettivamente quando si passa da quelle parti, una sorta di calamita data dalla vetrina della pasticceria me la sento addosso!!!! Ciao a tutti alla prossima!!!
martedì 1 ottobre 2013
Carichiamoci per l'autunno!
Carissimi amici nell'avvicinarsi all'equinozio d'autunno, seguendo la rassicurante ciclicità delle stagioni, vi consigliamo una piacevole tisana per affrontare questo passaggio stagionale mantenendo il più possibile l'energia e la vitalità estiva.
Tisana d'autunno: Rosmarino, Cannella, Bardana e Piilosella (in parti uguali).
Mettere un cucchiaino di Cannella e di Bardana in 1 litro d'acqua, coprire e portare ad ebollizione, poi abbassare la fiamma e lasciare sobbollire per altri 10 minuti. Quindi aggiungere un cucchiaino di Rosmarino e di Pilosella, e lasciare a macerate il tutto per altri 10 minuti. Infine filtrare e sorseggiare durante il giorno.
Rosmarino sostiene il metabolismo, la centratura di pensieri e l'attività mentale, il lavoro del fegato, la digestione oltre ad avere proprietà balsamiche; assieme a Bardana, pianta che aiuta il fegato e i processi di depurazione, mantiene una belle pelle, uno sguardo vivo e dei capelli sani. Pilosella contrasta la tendenza a incamerare e trattenere liquidi, tipica di questa stagione, favorendo la diuresi. Cannella porta una nota gioiosa e allegra, stimolando il metabolismo e il tono fisico, mantenendo alto l'umore e allontanando le malattie di stagione. Allora forza forza, preparate copertina, divano un bel film.... e magari anche in piacevole compagnia gustatevi questo rivitalizzante infuso!
Mettere un cucchiaino di Cannella e di Bardana in 1 litro d'acqua, coprire e portare ad ebollizione, poi abbassare la fiamma e lasciare sobbollire per altri 10 minuti. Quindi aggiungere un cucchiaino di Rosmarino e di Pilosella, e lasciare a macerate il tutto per altri 10 minuti. Infine filtrare e sorseggiare durante il giorno.
Rosmarino sostiene il metabolismo, la centratura di pensieri e l'attività mentale, il lavoro del fegato, la digestione oltre ad avere proprietà balsamiche; assieme a Bardana, pianta che aiuta il fegato e i processi di depurazione, mantiene una belle pelle, uno sguardo vivo e dei capelli sani. Pilosella contrasta la tendenza a incamerare e trattenere liquidi, tipica di questa stagione, favorendo la diuresi. Cannella porta una nota gioiosa e allegra, stimolando il metabolismo e il tono fisico, mantenendo alto l'umore e allontanando le malattie di stagione. Allora forza forza, preparate copertina, divano un bel film.... e magari anche in piacevole compagnia gustatevi questo rivitalizzante infuso!
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